Disegni della Scuola Primaria Cassano, IC Cassano-De Renzio, Bitonto BA
Nella storia “Il giorno in cui Cattivirus finì KO” (Funtay Editrice, di prossima pubblicazione nella popolare collana AlbumOne) è detto chiaramente che va prestata la massima attenzione alla pulizia, anche degli oggetti e dei materiali di cui ci serviamo ogni giorno. Cattivirus è ancora in giro. Fa ancora danni in tutto il mondo. Dunque, indispensabili l’attenzione, la prevenzione e la precauzione, in tutto e per tutto. Come dice il messaggio della storia: Cattivirus si batte tutti insieme.
L’emergenza sanitaria ha dunque imposto una meticolosa attenzione all’igiene degli oggetti e delle superfici, indispensabile per prevenire i contagi da Coronavirus, nel privato e sul lavoro. A queste nuove regole appartiene anche la disinfezione quotidiana dello smartphone: mediamente, nell’arco di una giornata, si è infatti abituati a toccare il telefono molte volte – qualcuno ha calcolato fino ed oltre alle 2500 volte: qui siamo nel campo dei “dis-social”… – soprattutto se lo si usa per lavorare. È proprio lo smartphone a essere considerato uno degli oggetti più sporchi che possono rapidamente diventare una fonte di infezione.
La soluzione per una corretta pulizia potrebbe essere quella di lavare il telefono cellulare con acqua e sapone, disinfettandolo accuratamente con gel idroalcolico o inondandolo con acqua in pressione: solo pochi dispositivi, tuttavia, possono resistere a tali livelli di disinfezione. Tra questi rientrano gli smartphone Crosscall, altamente resistenti e impermeabili a tutti i tipi di liquidi.
Tali dispositivi possono essere trattati con le soluzioni idroalcoliche composte da isopropanolo e da quelle composte da etanolo, sopportando anche l’uso dell’acqua ad alta pressione (90 bar) e ad alta temperatura (fino a 80° C). Per effettuare queste procedure non è necessario spegnere il telefono, grazie alla presenza di tappi a tenuta stagna che coprono le porte di connessione (USB, Jack). Il touchscreen con tecnologia Wet & Glove, inoltre, consente di utilizzarli con i guanti per una maggiore protezione.
Secondo le normative sulla sicurezza nei posti di lavoro, ogni postazione dovrebbe rispettare indicazioni precise in termini di ergonomia. Dalla sedia al tavolo, dalla posizione rispetto alla finestra alla distanza dal monitor, dalla qualità dello stesso monitor alla rumorosità del pc, tutto è pensato a salvaguardia della salute del lavoratore. Spesso però si dimenticano due tra i principali veicoli se non di malattie, quanto meno di fastidiosi germi: la tastiera e il mouse.
Per capire che l’argomento è più serio di quanto possa sembrare, è sufficiente provare a ribaltare la propria tastiera e osservarne il risultato: sporcizia, polvere, spesso anche briciole di cibo. Una situazione che può diventare ancora più sgradevole in un ufficio, dove spesso ci si trova a utilizzare materiale “ereditato” da un lavoratore precedente. Diventa così interessante (e non solo curiosa) la notizia che un’azienda americana, la Seal Shield, specializzata in forniture di hardware per ospedali, abbia pensato di proporre di serie una tastiera e un mouse in grado di resistere a un lavaggio perfino in lavastoviglie. Anche se in un ufficio la presenza di tale elettrodomestico non è certamente la norma, tra non molto tempo – forse – non sarà il caso di stupirsi nel trovarsi nei bagni aziendali qualcuno impegnato a lavare oltre che le mani, anche la propria tastiera.
Intanto, come dice Cattivirus, occhio agli oggetti che usiamo tutti i giorni. Comprei appunto tablets e pc che magari ti sono erviti per le lezioni digitali, in rete, di questi ultimi mesi.
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La storia “Il giorno in cui Cattivirus finì ko”, sempre attuale. Ricordiamo che anche in periodo di vacanze scolastiche, si può prendere parte all’iniziativa di Funtasy Editrice. L’attività è sempre aperta. Come si fa a parteciparvi? Basta leggere le puntate della storia e creare disegni, che potranno poi essere pubblicati on line.

Anche durante le vacanze estive docenti, educatori e genitori possono sempre coinvolgere ragazze e ragazzi nel percorso della lettura dei testi e delle attività che sono state proposte. Si possono scegliere anche solo alcune puntate e le relative proposte. Gli elaborati, una volta realizzati, possono essere incollati sulla pagina del gruppo Facebook Noi Siamo Okay! od inviati alla e-mail: funtasyeditrice@gmail.com
Come già avviene, i lavori troveranno posto online anche sul sito di Funtasy. Tutta la storia sarà raccolta in una edizione speciale per AlbumOne: un bellissimo fascicolo, formato quadrato, che potrà essere utilizzato nelle attività didattiche e anche a casa. Per info e prenotazioni: funtasyeditrice@gmail.com