“LA MACROFOTOGRAFIA DI ROBERTO ALBORGHETTI COME POP-ART E AVANGUARDIA ARTISTICA”: IN RICORDO DI LINO LAZZARI


Un articolo scritto 10 anni fa, nell’estate 2011. I miei artworks di macrofotografia nella recensione firmata da un autorevole critico arte: Lino Lazzari, giornalista professionista, scrittore, sacerdote innamorato dell’arte e della vita, decano in Italia della comunicazione sull’arte, una lunga militanza redazionale al quotidiano “L’Eco di Bergamo”, autore di saggi e studi, tra cui la monumentale opera sull’Accademia “Carrara” di Bergamo. Lino Lazzari è scomparso oggi, 14 settembre 2021. Mi piace ricordarlo con questo testo, da cui traspare tutta la sua competenza professionale e la sua sensibilità artistica ed umana.    

Uno tra i fondamentali principi della fisica così afferma: “In natura niente si crea, niente si distrugge”. Niente si crea poiché ogni realtà che l’uomo riesce ad inventare non viene dal nulla ma bensì da una realtà preesistente; e niente si distrugge in quanto una realtà, quando si dice “è distrutta”, “è consumata”, di fatto essa è “ri-creata” o trasformata, acquistando così necessariamente una identità del tutto nuova.

E’ quanto, nello specifico, Roberto Alborghetti riesce a fare con manifesti pubblicitari che compaiono sui muri o sugli appositi spazi espositivi nelle strade delle nostre città, ma però “distrutti” in buona parte dal tempo, o strappati da sconosciuti. L’interesse per quei manifesti che, all’istante dell’esposizione in pubblico, appariva in modo chiaro ed esplicito, ora non esiste più. Rimangono soltanto brandelli di carta, immagini a colori di cui non si riesce a “leggere” più nulla del messaggio pubblicitario che annunciavano, “cose” del tutto insignificanti, “materia” da buttare nell’inceneritore.

Roberto Alborghetti, però, con un intuito per davvero sorprendente, ha pensato di dare a quelle immagini una nuova identità, di trasformarle in altre immagini, in una parola, di ri-crearle”. Ma a quale scopo?

Semplice, per lui: inimmaginabile sarebbe stato per ciascuno di noi.

Scopo di tale gesto “ri-creativo” era quello di fotografare a piacimento tutto ciò che rimaneva di quei “brandelli” e, magari, trarre da questi significativi “soggetti artistici”. Progetto inattuabile? Niente affatto. Osservando attentamente questi rimasugli completamente insignificanti, si desume che proprio tali rimasugli alla fine si sono dimostrati per davvero “soggetti artistici” con precisi, nuovi messaggi del tutto differenti da quelli originali e che il manifesto presentava al momento della sua affissione. Dire che Roberto Alborghetti vi sia riuscito, è fare semplice constatazione.

Quegli “strappi” di manifesto, “ri-creati” da Roberto Alborghetti, sono diventati veri quadri d’artista, a prima vista da attribuire a pittori contemporanei d’avanguardia, con autentici e precisi messaggi sui quali soffermare la nostra attenzione. Alla vista degli osservatori questi quadri “parlano” di cieli e mari azzurri, di albe e di tramonti suggestivi, di scenari che definiremmo “bucolici”, e così via. Il tutto con un “linguaggio” chiaro e comprensibile.

Per quanto qui ora descritto, si può parlare di espressione artistica? Direi di sì. Infatti la “Pop-Art” in un certo senso ha fatto altrettanto, per cui non ci riesce difficile associare i quadri di Roberto Alborghetti all’ “Arte Popolare” vera e propria. Non manca né la “creatività” dell’artista né, tanto meno, la sua sensibilità di fronte alle bellezze delle variazioni cromatiche, le sue emozioni per quelle nuove immagini che per davvero inducono alla visione di stupende realtà “ri-create” da una fantasia vivace e, se vogliamo, da un sincero sentimento poetico che non lascia indifferenti nessuno. Arte visiva è tutto ciò che, tramite e per mezzo dell’immagine impressa, sulla tela oppure scolpita, possa suscitare delle sensazioni intimistiche, in un contesto di valori da apprezzare profondamente.

Quanto riguarda, invece, la parte tecnica, si richiede una giusta composizione dei piani (ci riferiamo in particolar modo alla pittura), un “gioco” cromatico armonioso una equilibrata composizione strutturale, una immagine che non risulti statica ma, al contrario, in continuo movimento. I quadri di Roberto Alborghetti presentano tutte queste caratteristiche, per cui a questo artista va il pieno apprezzamento della critica sul piano artistico.

Siamo certi che Roberto Alborghetti continuerà questo suo “cammino” artistico poiché non gli mancano le capacità. E i successi finora ottenuti con la presentazione delle sue opere in varie mostre personali, continueranno a susseguirsi. I suoi quadri meritano attenzione. Da quei “pezzi stracciati” di manifesti pubblicitari, ora “ri-creati”, giunge a noi un autentico messaggio di poesia, di serenità, di ammirazione per tutto ciò che può offrirci di bello e, in definitiva, di artistico ogni oggettualità. Non conta la materia che viene usata per realizzare un’opera d’arte e per trasmettere positivi messaggi di umanità. E’ sufficiente la capacità di servirsi anche di “strappi” di carta colorata per esaltare le caratteristiche di una realtà che si fa immagine sorprendente, suasiva, coinvolgente, per quanto concerne i dettami dell’arte visiva.

Roberto Alborghetti ne ha dato la prova.

Lino Lazzari

LACER/AZIONI poster

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